Non è un segreto che l’uso delle tecnologie digitali, in particolare l’utilizzo continuo di dati sincronizzati nelle rete internet, consumi quantità enormi di energia. Tornare indietro è impossibile, come fare allora per attivare una vera e propria ecologia digitale? Ecco delle semplici mosse che possiamo fare tutti i giorni, sia al lavoro ma anche nella nostra vita personale.
Ecologia digitale: che cos’è?
Ecologia Digitale dovrebbe essere il faro che ci deve guidare nel produrre e utilizzare gli strumenti digitali in un’ottica di minor impatto possibile sul pianeta. Una sfida non da poco visto il crescente e ormai non più reversibile passaggio da un mondo analogico a uno digitale.
Se la produzione più sostenibile di prodotti tecnologici passa dalla scelte delle aziende (e indirettamente dalle nostre scelte di optare verso uno o l’altro strumento), l’utilizzo degli strumenti digitali in maniera più sostenibile passa solo dalle nostre abitudini quotidiane.
L’argomento è vastissimo e tocca trasversalmente molti settori, non solo la sostenibilità ambientale. Stiamo parlando di etica, di responsabilità sociale, di rispetto dell’uomo, di scelte politiche. Delle condizioni a contorno, più precisamente delle leve, che se mosse insieme possono fare davvero la differenza.
Far circolare i dati: l’impatto dei data center
Lo scambio, la conservazione e la produzione di dati quotidiana sono il fulcro della rivoluzione digitale, nonché diventati merce di scambio pagata a peso d’oro dalle aziende deep tech. In un mondo ormai iperconnesso e dove i dati vengono percepiti come qualcosa di immateriale, è bene comprendere invece che questo continuo scambio è reale e che il Cloud non è tra le nuvole ma è fisicamente sul nostro pianeta.
I data center sono il cuore pulsante del mondo digitale. Essi ospitano milioni di server che immagazzinano, elaborano e distribuiscono dati in tutto il mondo. Tuttavia, l’energia richiesta per mantenere operativi questi server è enorme. Si stima che entro il 2025 i data center saranno responsabili del 3% delle emissioni globali di CO2 (fonte: The Green Case for Storj).
La produzione di elettricità utilizzata dai data center spesso proviene da fonti non rinnovabili, contribuendo significativamente alle emissioni di CO2. Inoltre, la necessità di mantenere i server a temperature ottimali comporta un ulteriore dispendio energetico, aggravando ulteriormente l’impatto ambientale. Infine, i materiali necessari per produrre hardware dei data center rientrano tra quelle terre rare per le quali si stanno muovendo strategie geopolitiche tra Stati in una corsa per l’accaparramento di territori.
La soluzione non è così semplice e a portata di mano. Se da un lato le aziende si stanno adoperando per costruire data center meno impattanti sull’ambiente, dall’altro lato c’è una continua crescente domanda di spazio. Questo spinge sempre più in là il raggiungimento degli obiettivi sostenibili SDG’s dell’ONU.
L’Intelligenza artificiale e il consumo energetico
L’intelligenza artificiale rappresenta un ulteriore fattore di crescita del consumo energetico. Gli algoritmi di Intelligenza artificiale, specialmente quelli basati su deep learning, richiedono grandi quantità di potenza computazionale per l’addestramento dei modelli.
Emma Strubell e i colleghi dell’Università del Massachusetts Amherst hanno svolto nel 2019 dei primi studi sui cicli di addestramento del machine learning dell’IA. Hanno calcolato la potenza totale richiesta per addestrare ciascuna Intelligenza Artificiale moltiplicando questa cifra per il tempo totale di addestramento riportato dagli sviluppatori originali di ciascun modello. È stata quindi stimata un’impronta di carbonio basata sulle emissioni medie di carbonio utilizzate nella produzione di energia negli Stati Uniti. E questo nel 2019 (fonte: Creating an AI can be five times worse for the planet than a car | New Scientist).
Questo elevato consumo energetico non solo contribuisce alle emissioni di CO2, ma solleva anche preoccupazioni etiche riguardo alla sostenibilità dell’IA a lungo termine.
Imparare a usare il digitale senza sprecare
Se si possiede un minimo di sensibilità ecologica, arrivati a questo punto della lettura penso che si venga colti da un attimo di sconforto. La domanda sorge spontanea: come può un singolo contribuire ad evitare un tale consumo di energia?
La risposta arriva dal secondo termine che ho utilizzato all’inizio di questo articolo e cioè agire sull’utilizzo. Possiamo veramente utilizzare meglio e in modo più efficiente il digitale e queste piccole azioni quotidiane di ecologia digitale ci aiutano anche a usare il digitale in maniera molto più efficiente e utile.
Pratico digitale da più di vent’anni, sono cresciuta usando sistemi digitali e la mia smania di organizzare e ottimizzare sempre il mio lavoro per risparmiare tempo – per dedicarlo a qualcos’altro – mi ha portato a un utilizzo consapevole dei mezzi digitali.
Facendo consulenza mi sono resa conto che le barriere per provare nuovi mezzi per ottimizzare (e risparmiare) il digitale risiede in questi problemi principali:
- Un approccio al digitale sviluppato su una forma mentis analogica
- Pigrizia ad imparare cose nuove
- Poche capacità organizzative e visione d’insieme dei problemi.
Quindi il primo passo per poter cambiare è superare queste barriere, altrimenti diventa tutto inutile. Predisponiamo quindi la mente ad aprirsi al nuovo. In fondo Einstein lo ha detto ormai diversi decenni fa nella sua celebre frase: “La mente è come un paracadute, funziona solo se la si apre.”
Poche mosse per un primo approccio di ecologia digitale
Ci sono molte cose che possiamo fare nella quotidianità, sia al lavoro che nella vita personale. Visto che passiamo molte ore della giornata a lavorare (e a scambiarci e-mail!) qualche giorno fa ho pensato a qualcosa che possa avere un duplice effetto: una modifica delle nostre abitudini quotidiane e allo stesso tempo fungere da diffusore di queste pratiche.
Ed ecco quindi un decalogo – dei veri e propri Tips&Tricks – in punti da inserire in calce come firma automatica alle nostre mail. Eccolo:
- Tips&Tricks per risparmiare CO2: fai la tua parte con poco sforzo!
- Evita di stampare la mail: non serve! Se proprio è necessario, stampala come PDF.
- Non usare la mail per conversare o chattare o per dire solo “Grazie”, “Prego”…: ogni mail spedita sono 4 g di CO2 emessa! Fai una telefonata o usa servizi di chat aziendali se devi conversare (come per esempio Slack o Teams).
- In CC inserisci solo gli indirizzi mail strettamente necessari, eviterai di riempire le caselle di posta degli altri.
- Per inviare i file usa i link di condivisione (utilizza il tuo cloud preferito come Drive o OneDrive o Dropbox), se proprio necessario allega solo file di piccole dimensioni (massimo 2 MB).
- Fai pulizia della tua casella mail ogni tanto: eviterai di far sincronizzare al tuo server tanti GB di posta inutile.
- Su WhatsApp o Telegram scrivi tutto in un messaggio, evita di spezzare in tanti piccoli messaggi.
- Copia e incolla questi Tips&Tricks in calce alla tua firma mail! Condividiamo buone pratiche di ecologia digitale.
- Grazie!
Metti in pratica questi punti quotidianamente e copia e incolla questi suggerimenti come firma automatica in calce alle tua mail di lavoro e personali. I tuoi destinatari potranno leggere e condividere a loro volta. Io ho fatto così:
Puoi scaricare questo testo con le emoji qui sotto (estensione .odt)
Come vedi, non sono solo un modo per risparmiare ma sono anche un suggerimento ad usare in maniera più efficiente il digitale. Molte delle cose che indico di evitare si facevano parecchi anni fa, all’inizio, quando altre alternative non erano così diffuse (lo scambio di file per esempio).
Si possono fare altre cose nella quotidianità personale:
- Cancellare le foto inutili sullo smartphone con regolarità
- Non usare (o perlomeno limitare) messaggi vocali o video
- Utilizzare solo un tipo di Cloud e non duplicare dati su più dispositivi
- Evitare di tenere attive più finestre in multitasking
- Navigare in siti web che consumano poco. Come saperlo? Calcolalo con questo sito: Website Carbon Calculator v3 | What’s your site’s carbon footprint?
L’ho fatto per il mio sito e questo è il risultato: abbastanza bene ma si potrebbe fare meglio. Mi metterò al lavoro per pormi come obiettivo quello di ridurne l’impatto.
Come anticipato all’inizio di questo articolo, le tematiche da affrontare nell’ecologia digitale sono molte. Per un doveroso approfondimento, non affrontabile in un articolo sul web, rimando all’interessantissimo libro Ecologia digitale. Per una tecnologia al servizio di persone, società e ambiente – Libro – Altreconomia – Le talpe | Feltrinelli (lafeltrinelli.it) scritto a più mani e che offre un’ampia panoramica sui principali problemi ambientali del digitale e una loro possibile soluzione.
Nei prossimi mesi mi dedicherò con maggiore impegno alla divulgazione di un digitale più sostenibile, con un approccio fisico sul territorio di Udine. Se vuoi rimanere aggiornato ti invio a seguirmi sul mio canale Telegram: