Se mi guardo indietro e guardo questi ultimi vent’anni quasi non ci credo: ho fatto davvero tantissime cose! E una cosa è certa: se non avessi mai ascoltato quel pizzicore che ho dentro che si chiama curiosità, sarei ancora ferma lì, come vent’anni fa, a fare sempre la stessa cosa. Perché chi ben comincia…
Ognuno di noi ha un proprio percorso di vita, soprattutto all’inizio quando si è giovani, influenzato molto dalle persone vicino a noi, perché è difficile conoscersi pienamente, c’è bisogno di tempo. Si dice di conoscere le persone che ci vivono accanto, ma lo possiamo davvero dire di noi stessi?
Sono una persona che ha sempre fatto tutto con molta fantasia e creatività, fin dall’infanzia, ma decidere di studiare ingegneria – che per molti è considerata come l’espressione della razionalità – ha contribuito in modo sostanziale a sviluppare quel modo di fare e vedere le cose sotto un’altra prospettiva. E così, in quel lasso di tempo che sai non tornerà più – il tempo di preparazione della tesi di laurea – decisi che volevo crearmi un sito per me stessa e acquistai il dominio evademarco.it, che è mio ormai da vent’anni!
Ma perché ti racconto tutto questo? Perché lo considero una pietra miliare del mio percorso. Quel sito, costruito leggendo le famose guide di www.hmtl.it, dove solo aver fatto il tasto che cambiava colore al passaggio del mouse era una conquista, mi piacque molto farlo. Nel tempo quel sito è cambiato tantissime volte – i mezzi per fortuna si sono evoluti – e forse a tuo tempo non avevo inteso di quanto mi piacesse veramente dedicarmi a quel mondo.
La laurea arrivò e il lavoro anche: a parte un breve periodo come dipendente, decisi fortemente che cavarmela da me era la cosa che volevo di più (ne parlavo dal tempo delle scuole superiori!). Con le competenze apprese decisi di continuare sulla strada dell’ingegneria strutturale sperando che col tempo avrei potuto creare delle occasioni in cui poter metterci fantasia.
Poi un giorno successe qualcosa: te lo racconto nelle prossime righe.
Durante l’estate del 2012 è scattato qualcosa dentro che mi ha spinto ad andare avanti, a cercare di fare qualcosa di diverso che mi desse piena soddisfazione in quello che facevo: avevo capito che calcoli e scartoffie non erano per me, era giunto il momento di imboccare una nuova strada.
Quell’anno era cominciato un grande fermento intorno alle start up digitali: da poco stavano prendendo piede in Italia le app per gli smartphone, si apriva una nuova era di imprenditorialità giovanile e tutto era molto affascinante e, diciamo la verità, così semplice. Guardandomi indietro non era effettivamente così, ma le cose si imparano durante il percorso, si chiama fare esperienza.
Ho deciso così di mettere a frutto la mia creatività in due idee nel digitale: DonIndovinati e Orto in Tasca. Quest’ultimo vinse la “gara” tra quelli che potevano avere effettivamente un sbocco, anche se la sfida era piuttosto complessa. Sempre quell’anno si cominciava a parlare di crowdfunding come strumento per raccogliere fondi per la propria startup e così feci. Cominciando a studiare e a cercare di ampliare la mia formazione decisi di presentare il mio progetto sulla piattaforma Ulule e dare avvio alla mia avventura: era dicembre 2012 e avevo tre mesi per raccogliere 7000 € e ci riuscii.
Con un iPhone e dei cari amici che mi diedero una mano, preparai il video da pubblicare su Ulule. Quando lo riguardo adesso mi rendo conto di quanto la tecnologia si andata avanti e di come quella volta mi sembrava un risultato fantastico con i mezzi a disposizione per un utente medio.
Da quel momento è iniziata la vera avventura di Orto in Tasca. Fondata l’azienda il 27 marzo 2013, grazie al massiccio ritorno di visibilità ottenuto con la raccolta crowdfunding, ho cominciato pian piano a cercare di far crescere l’idea e a promuovere quello che stavo facendo.
Dopo un po’ capii che stavo veramente andando a un velocità troppo elevata rispetto alle aziende agricole, un ecosistema ancora acerbo in fatto di tecnologie nel 2013. Non riuscivano infatti a capire il ritorno di questa app nei loro confronti e piano piano decisi di tentare il cambiamento del modello di business: dovevo trovare il modo di fargli avere la prova che l’app funzionava.
Nel frattempo, nel 2015, così inaspettato arrivò un invito che mi lasciò a bocca aperta: essere speaker al TEDxAssisi. Un’esperienza indimenticabile che ha lasciato un segno indelebile e aperto una nuova sfida: realizzare un TEDx nella mia città: Udine. Cominciai così un altro percorso – tutto di volontariato – che mi ha permesso di conoscere tantissime e bravissime persone, ampliare la mia formazione, gettare nuovi basi culturali per il mio territorio. Dal 2017, TEDxUdine, è una comunità che cresce e che conta al momento tre eventi principali di successo nel 2017, 2019 e 2022, una trentina di persone volontarie e appassionate che danno una mano per diffondere idee di valore, un nutrito pubblico che ci segue.
TEDxUdine è una strada che viaggia in parallelo con il resto. In mezzo a questa grande opportunità ne arrivò un’altra, che appoggiava un nuovo Orto in Tasca. Grazie all’intervento di due soci investitori – l’ing. Guido Porta a.d. della Metrocargo e la Ligurcapital SpA – gettai le basi per un progetto ancora più sfidante: creare un sistema di consegne a domicilio con fattorini a chiamata. Un progetto ancora più importante: un portale e un’app nettamente migliore sotto tutti i punti di vista rispetto al precedente, era il 2016.
Si cresceva: essere imprenditrice in cui dovevo veramente curare e seguire ogni aspetto della società è stato un momento altamente formativo. Oltre a entrare in contatto con diverse persone, facevo e sbrogliavo in prima persona piccoli e grandi problemi, avevo un dipendente. Dovevo dare il massimo per contenere i costi (mi occupavo praticamente di ogni faccenda burocratica legata alla società), per permettere di dedicare la maggior parte delle risorse a quella cosa che avrebbe fatto conoscere Orto in Tasca: il marketing. Nel frattempo arrivò il momento di cedere Orto in Tasca a chi avrebbe avuto le forze per farlo crescere ancora di più.
Dedicandomi in maniera serrata al marketing si era, infatti, piano piano riaperta una porta chiusa da tempo: dar sfogo alla creatività. Intrecciandosi con tutte le competenze che avevo acquisito in tutte le attività che ho fatto e stavo facendo, sentivo la voglia di trasmetterlo agli altri. Un nuovo percorso era iniziato.
Ecco perché sono un’Esploratrice Digitale.