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Negozio fisico: quale futuro?

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Negozio fisico: quale futuro?

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Una domanda spinosa con una risposta assai difficile: il negozio fisico sta subendo da anni un calo generalizzato, ma questo pazzo 2020 ha accelerato questo trend. Cosa accadrà?

Devo essere sincera: questo articolo l’ho iniziato mesi fa. L’ho abbandonato, l’ho ripreso più volte: gli scenari infatti cambiavano talmente tante volte che c’era sempre qualcosa in più da dire. Faccio quindi una fotografia della situazione attuale, non semplice, sotto tantissimi aspetti.

Prima dell’era Covid il negozio fisico o retailer in Italia stava subendo un grosso affronto da parte della concorrenza dell’e-commerce. Dopo marzo 2020 c’è stata una vera e propria spinta all’acquisto online per forza di cose: stando a casa era l’unica soluzione per continuare ad acquistare beni che altrove era fisicamente impossibile trovare. E qui nulla di cui già sappiamo.

Di buono questa situazione ha davvero buttato giù delle barriere che prima sembravano insormontabili: chi prima di questo periodo non aveva mai fatto un acquisto online – per timore o per pigrizia – ora lo fa senza troppi problemi; molta burocrazia si è digitalizzata (ancora con qualche difficoltà ma è un buonissimo passo avanti); il dover fare certe cose solo con mezzi digitali ha fatto di necessità virtù, portando una buona fetta di popolazione a formarsi.

Però questa seconda ondata, le ulteriori chiusure e il Natale in vista fanno davvero tremare i commercianti che si vedono portare via i clienti da tutta la parte digital.

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Non tutto è perduto

Ma dalla loro parte c’è una potentissima arma: sono lì, presenti, reali e sta a loro riuscire a portare il digitale dentro i loro negozi, con tutto il potenziale che ha. A disposizione c’è davvero di tutto e non serve buttarsi in tutti i social disponibili sul mercato per “farsi notare” di più. Partendo semplicemente da qualche domanda da fare a sé stessi:

  • Cosa sto facendo per farmi notare? È sufficiente?
  • Se sono sui social, tengo le mie pagine aggiornate? Rispondo ai commenti in modo gentile ed esaustivo? Ho un catalogo prodotti?
  • Che prodotti/marche vendo? Le persone lo sanno?
  • Ho una lista WhatsApp per i clienti più affezionati?

Dalla parte del negozio fisico c’è la possibilità:

  • Di entrare in connessione col cliente, facendo domande, interagendo, conoscendolo
  • Dare consigli
  • Dare delle alternative, delle soluzioni
  • Dimostrare empatia e simpatia

Fanno tutto questo? Sono armi potenti e vincenti, vanno sfruttate!

Quale futuro quindi?

Restare fermi e subire non è la migliore soluzione: occorre restare al passo, fare delle riflessioni personali e prendere decisioni, anche importanti se necessario. E poi c’è negozio e negozio: il retail in franchising, la grande catena o la bottega sono profondamente diversi l’uno dall’altro. Se per i primi due c’è il paracadute della “casa madre”, che fornisce aiuti e formazione, per la bottega c’è bisogno di un’altra impostazione strategica e purtroppo si deve “arrangiare” a fare da solo.

Può essere che in futuro la grande catena utilizzerà i suoi negozi fisici come sorta di “camerino di prova” dei prodotti, dove il cliente può provare e poi farsi recapitare a casa. Brand come Zara e H&M, ad esempio, sembra stiano andando in quella direzione. È un’evoluzione del negozio fisico.

Per le botteghe il discorso è ovviamente diverso e riguarda in principal modo:

  • Le abitudini di acquisto delle generazioni di giovanissimi
  • Il tipo di prodotti in vendita

Il negozio che tratta solo prodotti diffusi, a basso costo, dove la concorrenza sul prezzo è la principale arma, difficilmente avrà la meglio su Amazon (ci tengo a sottolineare che Amazon non sta guadagnando dall’e-commerce ma da altri rami), dove la rapidità e la disponibilità di prodotto è imbattibile.

Il negozio con un prodotto di nicchia, poco diffuso, di alto valore avrà chance di successo e di crescita. Ma la vera domanda è: le generazioni di giovanissimi saranno in grado di apprezzare e riconoscere questo prodotto?

E qui entra in campo la cultura che ha bisogno di essere trasmessa, quei valori di fondo – come l’apprezzare la qualità – che sarebbe davvero un peccato dover perdere.

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